venerdì 28 gennaio 2011

Il Tar di CATANIA: Hai fatto la PROSTITUTA? Hai DIRITTO a un LAVORO REGOLARE.

Catania - Lavorava, come badante. In nero. Il suo datore di lavoro aveva, poi, deciso di regolarizzarla e, per questo, aveva presentato un'istanza di «emersione dal lavoro irregolare» in prefettura, allo sportello unico per l'immigrazione. L'ufficio però l'aveva respinta perché la ragazza era stata «più volte rintracciata in questo capoluogo ed in altra provincia ad esercitare la prostituzione». 
Fortuna che la causa di Maureen Peter, 23 anni, cittadina nigeriana, protagonista di questa storia è stata sposata dall'associazione di volontariato «Penelope» (che opera a sostegno di donne vittime di violenza e in difficoltà) che l'ha segnalata al Rotary Catania Nord. Il club ha preso a cuore la vicenda ritenendola «discriminatoria» e, tramite l'avvocato Francesco Mauceri, ha aiutato la nigeriana a presentare ricorso davanti al Tar per «illogicità manifesta, per contraddittorietà, per motivazione insufficiente e per difetto di istruttoria». 
Basti ricordare che la prostituzione non è reato (lo sono il favoreggiamento, lo sfruttamento e l'induzione alla prostituzione), quindi, se anche la ragazza

 nigeriana fosse stata segnalata come prostituta, questo non avrebbe impedito l'accoglimento dell'istanza di regolarizzazione. «Non risultano specificate, nè collocate nel tempo e nello spazio, le circostanze addotte come se fossero preclusive. In ogni caso - ha scritto l'avvocato Mauceri - anche se tali circostanze risultassero confermate e precisate, non potrebbe comunque conseguirne il rigetto impugnato, atteso che l'addebitato "esercizio della prostituzione" non avrebbe alcun effetto preclusivo. Piuttosto e per converso va osservato che la regolarizzazione in questione consentirebbe alla ricorrente di proseguire il rapporto di lavoro di assistente e collaboratrice del cointeressato e le eviterebbe di doversi adattare ad altri espedienti».
Inoltre, per il legale, il "rifiuto" della prefettura avrebbe violato anche i principi fondamentali contenuti nella Costituzione dagli articoli 2 e 3 (i diritti inviolabili dell'uomo e la pari dignità sociale di tutti i cittadini) e anche gli articoli 1 e 4 (il diritto al lavoro).
La questione è stata risolta dal Tar, la quarta sezione (presidente Biagio Campanella, consigliere Rosalia Messina, primo referendario Dauno Trebastoni), che ha accolto il ricorso della nigeriana, annullando il provvedimento della prefettura. Il Tar ha deciso che il ricorso era «fondato, atteso che la circostanza che la ricorrente sia stata sorpresa a volte ad esercitare la prostituzione non può essere considerata, di per sè sola, una causa ostativa al riconoscimento del beneficio richiesto».

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