martedì 8 marzo 2011

La Santanchè strumentalizza YARA e SARAH

In questi mesi di indagini e colpi di scena sulle tragiche vicende di Sarah Scazzi e Yara Gambirasio se ne sono sentite davvero tante. Ma non si era ancora arrivati al punto di strumentalizzare la morte delle due ragazzine per fini politici.
Ebbene, oggi Daniela Santanchè sembra esserci riuscita.
Infatti, il sottosegretario all'Attuazione del Programma in un'intervista al Giornale spiega come sia scandaloso che i magistrati abbiano impiegato tanto tempo a indagare sui presunti festini a luci rosse di Berlusconi trascurando indagini come quelle sulla scomparsa di Yara. «Se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell'Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva» è stato il perspicace commento di una donna che ha tra i suoi vanti quello di non "averla mai data" al presidente del Consiglio.
E secondo la Santanchè sarebbero proprio gli errori commessi nelle ricerche della tredicenne di Brembate a dimostrare come sia «necessaria e urgente» una riforma della giustizia. Ma non solo. «Sarebbe opportuno anche chiedere le dimissioni di magistrati e procuratori».
Poco importa se la nuova riforma giudiziaria proposta dal governo vuole impedire, ad esempio, uno strumento come le intercettazioni telefoniche, che potrebbe in queste ore aiutare gli inquirenti a ritrovare il mostro che ha ucciso Yara e che nei mesi scorsi ha consentito ai pm di Taranto di svelare l'intreccio familiare che ha portato alla morte della povera Sara Scazzi.
Ma non solo i magistrati, anche le donne sbagliano secondo la Santanchè. O per lo meno quelle donne che domani, 8 marzo, scenderanno in piazza a manifestare contro il premier Berlusconi. Un'occasione persa, spiega il sottosegretario, «si poteva usare la ricorrenza nel ricordo di Yara e Sara: due giovani donne vittime della violenza. Sarebbe stata bella una piazza di donne riunite nel loro ricordo, un'occasione nella quale riflettere ed interrogarsi su come fare per evitare che le donne siano vittime di tali, efferati delitti».
Peccato che forse il modo migliore per ricordare Sara e Yara sarebbe quello di tenere le loro tragiche storie al di fuori di ogni contesa politica.

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