domenica 27 febbraio 2011

MOCCIA: Yara: La bimba che non volerà tre metri sopra il cielo" Se non è strumentalizzazione questa..

"La bimba che non volerà tre metri sopra il cielo”, è il titolo su Libero di un articolo dello scrittore sul caso Gambirasio

Povera Yara: dopo il ritrovamento del cadavere le tocca anche l’articolo di saluto da parte di Federico Moccia, l’autore di Tre metri sopra il cielo che verga le seguenti parole su Libero:



Mi è stata fatta una telefonata nel pomeriggio. «È stato trovato il cadavere di Yara Gambirasio. Potresti scrivere un pezzo? »
E così rimango in silenzio, come stordito. A cosa potrà servire quello che scrivo? Ma non voglio sembrare disinteressato. Non lo sono. E in un attimo ritorno indietro nel tempo. Tre mesi prima. Yara. Me la ricordo quella ragazza. L’avevo vista nelle foto dei telegiornali, una bella ragazza in tuta. Sembrava amare la ginnastica. Nelle foto la ricordo con un bel sorriso, con l’ap – parecchio come capita spesso a quell’età, con i capelli raccolti come fossero delle treccine che diventavano una coroncina. Aveva un body bianco in quelle foto, era giovanissima ma si vedeva già sbocciare una bella ragazza. Aveva la carnagione leggermente scura, i denti perfetti e degli occhi vivaci. Mi ricordo che avevo seguito quella storia. C’erano state alcune telefonate che dicevano che era ancora nella scuola, forse c’era stata anche una medium che ne dava qualche notizia sapendo dove avrebbero potuto trovarla. Ho pregato perché i suoi genitori la ritrovassero. Ma non così. Non in questo modo. Dopo così tanto tempo è stata trovata senza vita, per caso, in aperta campagna, da un residente del luogo che stava facendo volare un piccolo aereo. Immagino che quell’aereo improvvisamente abbia perso velocità, sia caduto così, a pochi metri da lei. E quella persona mentre lo cercava ha invece trovato lei. Lei nell’erba alta. Lei come un volo spezzato di quella piccola farfalla che era. E allora vorrei scrivere una lettera a te Yara.
Una lettera che non verrà mai letta, mai aperta. Una lettera che rimarrà abbandonata sulle pagine di questo giornale. Ma che forse arriverà da qualche parte e servirà a qualche cosa. Yara, mi piacerebbe pensare che tu abbia il sorriso dell’amore, che ci sia un Dio che ti permetta di perdonare, che ti faccia una carezza e solo con quella riempia il tuo cuore di tutto quello che tu non hai potuto vivere, di tutto quello che ti hanno rubato. Ho scritto dell’amore, dei sogni e delle emozioni e di quel primo bacio… Quello che forse tu Yara ancora non avevi mai dato, quello che magari hai tanto desiderato guardando quel ragazzo di scuola di poco più grande di te. Immagino quel tuo sorriso all’uscita, in maniera distratta perché lui non capisse o forse un po’ sì. Perché volevi vivere l’amore, perché lo avevi letto nei libri, lo avevi visto nei film, lo avevi sognato in un sogno… Lo avevi vissuto in famiglia guardando quei sorrisi tra tuo padre e tua madre. Ma l’amore dei genitori a volte non è più abbastanza, si ha voglia di sentirsi innamorati, di stare tre metri sopra il cielo. Ecco Yara, mi piacerebbe che in questo mondo ci fosse solo amore, vorrei vederti correre ancora con il cuore a duemila, emozionata e felice di poter confessare alla tua amica di quel bacio rubato, di essere sgridata dai tuoi genitori per essere arrivata tardi a cena, ti vorrei vedere ingenua e felice e che questo fosse permesso in questo mondo.
Vorrei Yara che ci fosse solo amore intorno a te e rispetto per la tua splendida fragilità, per la tua purezza, per i tuoi occhi che sorridevano, per il tuo sorriso curioso di amore e di vita… Ma qualcuno ci ruba i sogni Yara e io e tutti gli altri che amano, piangiamo con te

1 commento: