lunedì 28 marzo 2011

FORUM: Figurante pagata 300euro per elogiare Silvio Berlusconi


"Terremoto, ricostruzione perfetta" finta aquilana in tv, bufera su Forum

Figurante reclutata per raccontare il miracolo del governo. Subito smascherata in rete. "Pagata trecento euro per leggere un copione". Protesta il Comune

Mediaset manda in onda una finta terremotata pagata 300 euro. Pagata per leggere un copione scritto dagli autori del programma Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; chi si lamenta "lo fa per mangiare e dormire gratis". Per questo "ringraziamo il presidente..." . "Il governo... ", precisa la conduttrice.

Marina Villa, 50 anni, nella trasmissione di venerdì si dichiara "terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa" in separazione dal marito Gualtiero. Ed è lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell'Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un'agenzia funebre.

L'assessore alla Cultura dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha scritto una lettera a Rita Dalla Chiesa: "Nella sua trasmissione, persone che, mi risulta, non hanno nulla a che vedere con L'Aquila, hanno fatto un quadro distorto e assolutamente non veritiero". Quando scoppia la polemica anche su Facebook, non è difficile rintracciare Marina. "Ma che vogliono questi aquilani? Ma lo sanno tutti che è una trasmissione finta". Si dice, la signora Villa, molto sorpresa dalla rabbia dei terremotati: "Ma che pretendono. Io non c'entro nulla. Ho chiesto di partecipare alla trasmissione e quando gli autori hanno saputo che ero abruzzese, mi hanno chiesto di interpretare quel ruolo. Mi hanno spiegato loro quello che avrei dovuto dire". Marina racconta di essere stata pagata: "Mi hanno dato 300 euro. Come agli altri attori. Anche Gualtiero, che nella puntata interpretava mio marito, recitava. Lui è un infermiere di Ortona. Hanno scelto un altro abruzzese per via del dialetto". 

Ecco il copione di Marina in tv: "Hanno riaperto tutti l'attività. I giovani stanno tornando". Durante il terremoto "sembrava la fine del mondo, non riuscivo a capire se era la guerra, la casa girava. Si sono staccati i termosifoni dal muro". Ora invece è tutto a posto: "Vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente... Tutti hanno le case con i giardini e con i garage, tutti lavorano, le attività stanno riaprendo". Le fa eco la Dalla Chiesa: "Dovete ringraziare anche Bertolaso che ha fatto un grandissimo lavoro". E giù applausi. Mentre Marina aggiunge: "Quello volevo pure dire". "Inizialmente - continua il copione - hanno messo le tendopoli ma subito dopo hanno riconsegnato le case con giardino e garage. Sono rimasti 300-400 che sono ancora negli hotel e gli fa comodo". "Stanno lì a spese dello Stato: mangiano, bevono e non pagano, pure io ci vorrei andare". Ma lei non è dell'Aquila, la notte del 6 aprile 2009 era a casa a Popoli. È stata solo finta terremotata a pagamento per un giorno su Mediaset.

LaRepubblica

MILAN-INTER, DERBY SUL WEB: LA VIDEO-STORY IN 5 MINUTI

C'era una volta Massimo Moratti che comprò l'Inter. Comincia più o meno così la storia dei derby Milan-Inter (quello vero si giocherà tra una settimana) riassunta su Beautiful Lab, l’esperimento giornalistico ideato da Sky.it per ricostruire e raccontare l’attualità con linguaggio ironico e innovativo.

Il video si apre con Massimo Moratti che nel 1995 poggia un bel sacco di quattrini sull'Inter. Tra Coppe internazionali e scudetti nostrani, Beautiful Lab racconta sedici anni di storia neroazzurra e rossonera inclusi i cambi di casacca di personaggi come Ronaldo, Vieri, Ibrahimovic e Leonardo. Tutto in soli 5 minuti



sabato 26 marzo 2011

26.03.2011, ore 20.30, il mondo si spegne, scatta "L'ora della Terra"

Non c'è solo l'ora legale. A scattare stasera è anche "L'ora della Terra", il grande evento globale promosso dal Wwf per sollecitare un maggiore impegno nella lotta al cambiamento climatico. Per un'ora, dalle 20.30 alle 21.30, si spegneranno i luoghi simbolo e gli edifici privati in più di 130 paesi del mondo per quello che gli organizzatori definiscono un "giro del mondo a luci spente". Si parte alle 20.30 italiane e a seguire, al riaccendersi di un fuso orario, si spegnerà quello successivo. Il messaggio che vogliono mandare gli organizzatori è chiaro: l'Italia e il mondo sostenibili e a emissioni zero "non sono una chimera, ma una realtà possibile". 

Nel mondo, fa sapere il Wwf, hanno già aderito "migliaia di città in oltre 131 paesi", che spegneranno monumenti simbolo come la Tour Eiffel, la Porta di Brandeburgo, il ponte sul Bosforo, le Kuwait Towers. In Italia, invece, hanno aderito "oltre 100 comuni, decine di imprese, migliaia di cittadini" che si sono registrati sul sito o hanno partecipato alle molte iniziative organizzate on-line su www.wwf.it, compresa quella lanciata in collaborazione con Republica.it "Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta"

L'evento vede tra l'altro l'alto patrocinato dalla Presidenza della Repubblica e il patrocinio dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico, dell'Anci, dell'Upi, dell'Associazione comuni virtuosi, del Coordinamento agende 21 locali italiane.  

Gli eventi centrali per l'Italia saranno a Roma, in piazza Navona - con lo spegnimento della fontana dei quattro fiumi. A milano, invece, piazza Duomo si spegne quest'anno per la prima volta. Ma iniziative speciali sono state organizzate in molte altre città: si spegneranno infatti Ponte Vecchio e Palazzo Vecchio a Firenze, così come il Pirellone e il Castello Sforzesco a Milano, la Torre di Pisa, piazza del Campo a Siena, il Maschio Angioino di Napoli, le torri a Bologna, la basilica di Superga a Torino, piazza Pretoria a Palermo, la piazza del Duomo di Siracusa, la fortezza Albornoz di Urbino, la cattedrale e il castello di Federico II a Lucera.

Alla manifestazione hanno garantito tra l'altro il loro sostegno molti testimonial: Marco Mengoni, Paola Maugeri, Massimiliano Rosolino, Vittorio Brumotti, Camila Raznovich, e, soprattutto, Francesco Totti. "Anche quest'anno- afferma il capitano della Roma, che aderirà tra l'altro oscurando il suo sito web - ho deciso di sostenere 'L'ora della Terra' del Wwf per unirmi a questa grande squadra globale, composta da centinaia di milioni di persone, che in tutto il mondo con azioni concrete sta creando le basi per un futuro più sostenibile"

LaRepubblica

venerdì 25 marzo 2011

Fabrizio Corona "porta via" il figlio che ha avuto con Nina Moric

L'ex suocera, la mamma di Nina Moric, ha allertato i Carabinieri, denunciando che suo nipote di otto anni è stato preso senza il consenso della madre, attualmente impegnata con l'"Isola dei Famosi".
A seguito dell'episodio, la donna ha accusato un malore ed è stata ricoverata in ospedale. Il fatto sarebbe accaduto alle 8 e 30 di questa mattina, quando Fabrizio si sarebbe recato nell'appartamento in Largo La Foppa dove abitano Nina Moric e il figlio. Ieri, a tarda notte, l'ex manager dei paparazzi è stato avvistato a Roma. Ma sembra essere tornato in tempo a Milano per prendersi il bambino ed alzare un altro polverone. Chissà se la Moric verrà avvertita dell'accaduto?

Svezia, donna trova un preservativo nella confezione del latte

La terribile scoperta è avvenuta mentre la protagonista dell’episodio, un’abitante del paesino svedese di Gunnilse, versava il latte al cane. Alla scena ha assistito anche la figlia.

Anche un prodotto puro e candido come il latte a volte può riservare esperienze disgustose. Una è accaduta a una donna svedese che ha comprato una confezione di latte e dentro vi ha trovato una spiacevole sorpresa: un preservativo. La donna, che vive in Svezia nel paesino di Gunnilse, dice di aver fatto la terribile scoperta mentre versava le ultime gocce del “filmjolk” – il tipo di latte fermentato che aveva acquistato – nella ciotola del cane.
La conferma del bizzarro incidente arriva anche da sua figlia Milica. Ha detto che mentre sua madre versava la bevanda nel piatto del cane sono saltati fuori dalla confezione sia il profilattico, definito “un anello di plastica di colore rosa”, che uno scontrino. La ragazza ha dichiarato al quotidiano svedese “Expressen” che l’episodio è riuscito a rovinare l’appetito di entrambe per giorni. “Ora mia madre ha ripreso a mangiare ma sicuramente non comprerà mai più nessuna confezione di filmjolk”, ha affermato Milica.
Katarina Malmstrom, la responsabile del servizio clienti di Arla Foods - il caseificio-cooperativa che produce il famigerato “filmjolk” – dubita che il preservativo sia finito nel latte durante il processo di confezionamento. “E’impossibile… non c’è alcuna probabilità”, ha spiegato. “Si tratta di un processo chiuso in cui agiscono filtri e meccanismi che sicuramente impedirebbero a un oggetto così grande di finire in una confezione”.
Secondo l’ipotesi di un rappresentante di Arla Foods, a inserire “per dispetto” il preservativo nel contenitore del filmjolk sarebbe stato qualcuno presente in casa delle due donne. E’ questa infatti la risposta che ha ricevuto Milica quando ha “denunciato” la scoperta all’azienda produttrice di latte. Ma la ragazza sostiene che l’ipotesi è totalmente da scartare.
Adesso, quindi, resta da capire come sia stato possibile che un preservativo sia finito in una confezione di latte. Katarina Malmstrom spiega che occorreranno diversi giorni prima che i tecnici della società riescano a stabilire quando e come sia successo l’increscioso episodio. Intanto, i consumatori svedesi sono allertati. Ora, prima di comprare una confezione di “filmjolk”, faranno molta più attenzione.

mercoledì 23 marzo 2011

Prima uscita per gli orsetti Gregor e Aleut

Prima uscita pubblica per gli orsetti polari Gregor e Aleut. I due, nati allo zoo Tiergarten di Norimberga il 16 dicembre, hanno lasciato oggi la tana dove è avvenuto il parto.
Hanno giocato ed "esplorato" il loro recinto sotto lo sguardo vigile della madre, Vera

Somerset, l'aereo "taglia" la luna

A prima vista l'effetto potrebbe indurre a pensare che si tratta di un pilota intergalattico che sta cercando di tagliare la luna a metà. In realtà, questa immagine è frutto di due coincidenze. Il vapore rilasciato dall'aereo e la Luna mai così vicina alla Terra dal 1992. Il risultato è questo incredibile scatto realizzato nel cielo del Somerset, nel sud dell'Inghilterra

domenica 20 marzo 2011

Russia: Finti gli attacchi aerei Libici. GUARDA IL VIDEO E CONDIVIDI.

I racconti secondo cui la Libia avrebbe mobilitato l’aviazione contro il proprio popolo hanno fatto rapidamente il giro del mondo. Tuttavia, i vertici militari russi dicono d’aver monitorato gli eventi dallo spazio – e le immagini raccontano tutt’altra storia.
Stando a Al Jazeera e alla BBC, il 21 febbraio il governo libico avrebbe fatto bombardare dal cielo Bengasi – la più grande città del paese – e la capitale Tripoli. Tuttavia i militari russi, che fin dall’inizio stanno monitorando la rivolta via satellite, affermano che non è accaduto nulla del genere.
Ora, i militari russi stanno affermando che, per quanto li riguarda, i bombardamenti riferiti da alcuni media non hanno mai avuto luogo.
Le stesse fonti all’interno degli ambienti militari russi riferiscono che stanno monitorando la situazione attorno agl’impianti petroliferi libici.
ecco il VIDEO

Guerra in Libia: cosa rischia l'Italia..


Missili, armi chimiche e azioni isolate: tutte le incognite della vendetta del Raìs

L'incognita adesso riguarda la potenza militare del regime di Gheddafi. Perché alcuni analisti e lo stesso presidente Silvio Berlusconi affermano pubblicamente che i missili a disposizione non hanno la gittata sufficiente per raggiungere il suolo italiano. Ma in realtà nessuno è in grado di fornire certezze sugli armamenti accumulati dopo la revoca dell'embargo e dunque sull'eventualità che il Colonnello sia in grado di colpire Lampedusa, Linosa e addirittura arrivare fino a Pantelleria. Del resto gli accordi economici stretti negli ultimi anni da numerosi Stati occidentali riguardano anche l'industria bellica, però non esiste una lista ufficiale delle apparecchiature consegnate. Gli apparati di sicurezza sono in regime di massima allerta e nessuna ipotesi viene scartata quando si analizzano le possibili «ritorsioni» già annunciate dal Raìs contro quegli Stati che gli hanno voltato le spalle, in testa proprio il nostro Paese. Non rassicura il fatto che nel suo proclama di ieri Gheddafi abbia minacciato esplicitamente soltanto Francia e Gran Bretagna. Perché il conto con l'Italia non appare affatto chiuso, soprattutto tenendo conto delle promesse che gli erano state fatte per ottenere la firma al Trattato di Amicizia e così bloccare i flussi dell'immigrazione clandestina.
Allerta alle frontiere di terra e mare
Un dispositivo particolare è scattato a protezione delle ambasciate e più in generale di tutte le sedi diplomatiche degli Stati coinvolti nei raid, così come sempre avviene in caso di una crisi internazionale tanto grave. Non risulta che i servizi di intelligence abbiano trasmesso al governo segnalazioni specifiche su possibili azioni progettate sul territorio. Ma due anni fa nessuno previde che Mohamed Game, cittadino libico residente da anni in Italia, si sarebbe fatto esplodere di fronte alla caserma Santa Barbara di Milano per protesta «contro il governo e Silvio Berlusconi responsabile della politica estera». Ed è proprio un eventuale gesto isolato ad allarmare, come è stato ribadito due giorni fa durante la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato al Viminale dal ministro dell'Interno Roberto Maroni.
La circolare firmata dal capo della polizia Antonio Manganelli e indirizzata a prefetti e questori al momento si limita a sollecitare «la massima attenzione per gli obiettivi sensibili e soprattutto per le frontiere marittime e terrestri», ma la decisione di convocare in maniera permanente il Comitato di analisi strategica conferma le preoccupazioni relative all'evolversi di «una situazione di guerra che può diventare simile all'Iraq e all'Afghanistan però questa volta in un Paese che si trova a poche centinaia di miglia da noi». In queste ore si cerca di scoprire se negli arsenali del Raìs ci siano armi chimiche. Le voci sono contrastanti, ma è pur vero che l'analisi su quanto stava accadendo nel Paese è apparsa da tempo carente se si tiene conto che nessun servizio segreto occidentale aveva previsto che cosa sarebbe accaduto in Libia: né la rivolta degli oppositori partita dalla Cirenaica, né tantomeno la capacità di Gheddafi di riconquistare la maggior parte del Paese come ha mostrato di poter fare negli ultimi giorni, prima della risoluzione dell'Onu di due giorni fa che ha deciso l'intervento militare a protezione della popolazione. 
La rete degli ambasciatori
Per cercare di raccogliere il maggior numero di informazioni i servizi di intelligence occidentale si affidano dunque a quegli ambasciatori libici che il 21 febbraio hanno deciso di abbandonare il regime e schierarsi con i ribelli. Un documento congiunto diramato quattro giorni dopo si rivolgeva al «popolo in lotta» con un messaggio esplicito: «Popolo nostro, in questi momenti noi siamo con te, noi non ti abbandoneremo e ci impegneremo al massimo per servirti come soldati leali al servizio dell'unità nazionale, della libertà e della sicurezza. Noi rimarremo al nostro posto per servire il nostro popolo nei Paesi in cui siamo, nei quali rappresentiamo il popolo libico. Dio abbia misericordia dei martiri del popolo libico». Firme di spicco erano quelle del rappresentante diplomatico in Italia Hafed Gaddur, quello all'Onu Abdurrahman Shalgam che con Gheddafi era stato anche ministro degli Esteri, entrambi ritenuti fedelissimi del Colonnello.
La nota era stata sottoscritta anche dai loro colleghi in Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Grecia e Malta. Adesso sono tutti loro a poter fornire un aiuto prezioso per comprendere dove e come possa essere indirizzata la vendetta di Gheddafi. Il pericolo maggiore riguarda gli italiani e gli altri occidentali che si trovano ancora in Libia e potrebbero essere catturati per essere utilizzati poi come merce di scambio o comunque in un'azione di propaganda contro l'Occidente. Ma la paura per quanto potrà accadere ormai supera i confini dello Stato africano. 

Libia,Lega Araba contro raid aerei degli "alleati"

La Lega Araba ha criticato i raid aerei della coalizione internazionale sulla Libia, che sono andati oltre il loro obiettivo, che era di imporre una no fly zone; un obiettivo "diverso da quanto sta succedendo in Libia". Lo ha detto il segretario generale della Lega, Amr Mussa. "Quello che vogliamo è proteggere i civili, non bombardarne altri", ha detto.

sabato 19 marzo 2011

Italia: è Guerra! Libia, inizio 3 guerra mondiale?

Libia. È guerra. Parigi dà il via all'attacco. La battaglia di Bengasi. Missili Usa su Tripoli

La ledership francese sulla sponda sud del Mediterraneo. Gli Stati Uniti lanciano i loro missili Cruise sulla contraerea di Tripoli.

Via all'intervento contro Gheddafi subito dopo il vertice di Parigi con Ue, Usa e Paesi arabi. Aerei francesi già su Bengasi con notizie frammentarie di mezzi corazzati libici colpiti alle porte della roccaforte dei ribelli. A terra è battaglia fra lealisti e ribelli con molte vittime. Le truppe di Gheddafi bombardano un campo della Croce rossa. Migliaia di civili in fuga. L'Italia ha messo a disposizione sette basi. Frattini e Berlusconi, ora avversari del Rais, non escludono la partecipazione dei nostri aerei ad eventuali raid. Scudi umani a Tripoli su obiettivi delle Nazioni Unite. Gli Usa schierano le loro portaerei nel Mediterraneo e lanciano missili Cruise contro le postazioni contraeree attorno a Tripoli. L'aviazione italiana in massimo allerta in Sicilia.

La cronaca in diretta sui fatti.


Povero Omero e poveri noi. L'hanno chiamata operazione «Odissea all'alba». Missione, distruggere la contraerea libica. Lo annuncia il Pentagono, precisando che oltre agli Usa sono coinvolti Gb, Francia, Italia e Canada. Le operazioni americane sono guidate dal generale Carter Ham, e hanno l'obiettivo di consentire le operazione decise dall'Onu.


Arrivano i missili Cruise americani. Le navi americane nel Mediterraneo hanno iniziato a lanciare missili cruise contro obiettivi in Libia. Lo sostengono dal Pentagono. L'obiettivo di questi primi attacchi sono le batterie della contraerea schierate nei dintorni di Tripoli. Secondo testimonianze i missili avrebbero colpito obiattivi a una ventina di chilometri dalla capitale libica.


Missione «Sostegno al popolo libico». Al vertice di Parigi per quello viene dichiarato come «sostegno al popolo libico» hanno partecipato, oltre alla Francia, Gran Bretagna, Usa, Germania, Italia, Canada, Spagna, Norvegia, Qatar, Giordania, Emirati Arabi, Portogallo, Polonia, Marocco, Olanda, Belgio, Danimarca e Grecia. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon e, per l'Unione europea, l'Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton .


Pre vertice tra chi decide. La riunione era stata preceduta da un pre-vertice tra Sarkozy, il premier britannico David Cameron e il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Alla vigilia del summit, Gheddafi aveva rivolto un messaggio alle potenze che hanno sostenuto la risoluzione del Palazzo di Vetro. «Rimpiangerete ogni ingerenza» ha scritto nelle lettere inviate a Francia e Gran Bretagna, ad Obama e a Ban-ki-Moon.
fonte: AMI

venerdì 18 marzo 2011

Terremoto Giappone: cane veglia sul compagno ferito, aspettando i soccorsi GUARDA IL VIDEO.

Fermo e irremovibile tra le macerie: un bastardino è rimasto per ore a vegliare il compagno ferito nella città di Mito, prefettura di Ibaraki, una delle più colpite dal terremoto e dal successivo tsunami che hanno devastato il Giappone. Il cane ha deciso di seguire le squadre della protezione civile solo quando il suo amico a quattro zampe era stato soccorso. 

Un video della tv giapponese mostra l'animale vegliare sull'altro cane, riverso per terra su un fianco. E mentre cerca di attirare l'attenzione delle squadre di soccorso, sembra accarezzare con una zampa il compagno ferito. 

Ecco il video:





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Vulcano Marsili inquieto: Rischio Tsunami per Sicilia Calabria e Campania

domenica 13 marzo 2011

Vulcano Marsili inquieto: Rischio Tsunami per Sicilia Calabria e Campania

Questo l'allarme che a un mesetto è stato lanciato:
«Il più grande vulcano sottomarino d'Europa può disintegrare e provocare uno tsunami che potrebbe inghiottire il Sud Italia «in qualsiasi momento». Il vulcano Marsili, che brucia con magma, ha «pareti fragili» che potrebbero collassare. «Potrebbe accadere domani». Questa la catastrofica ipotesi del sismologo americano Steven N. Ward, che afferma:«Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso».
 Anche il sismologo Enzo Boschi presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pur nella cautela, ha toni preoccupati raccontando i risultati dell’ultima campagna di ricerche compiute sul Marsili, il più grande vulcano d’Europa, sommerso.
Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente essendo lunga 70 chilometri e larga 30. È un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto. Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti. «La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega Boschi — scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri». Nel cuore del Marsili gli strumenti hanno dato un volto alla camera di magma incandescente che si è formata e che oggi raggiunge le dimensioni diquattro chilometri per due: è come una pentola ribollente con il coperchio ben tappato. Il Marsili è da anni un sorvegliato speciale per alcuni segni lanciati.
La sua storia si confonde nel tempo e non si sa quando sia avvenuta l’ultima eruzione: di certo in epoche lontane. Ma proprio i segnali emessi hanno indotto a studiarlo e l’ultima campagna iniziata in febbraio con la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha fatto aumentare la preoccupazione. Le frane rilevate indicano una instabilità impossibile da ignorare. «Il cedimento delle pareti — nota Boschi — muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione ». 


corrieredellasera

Agli errori arbitrali ci pensa Hot Milena..

Ognuno ha il proprio modo di protestare. C'è chi fa lo sciopero della fame, chi lo sciopero della sete e chi si spoglia. Già, proprio così, l'ultima trovata viene dall'Argentina e risponde al nome di Hot Milena. Tifosissima degli All Boys, questa pornostar, sconosciuta ai più, ma nota in patria, ha deciso di mostrarsi come mamma l'ha fatta davanti alla sede della Federcalcio Argentina per protestare contro gli errori arbitrali che penalizzerebbero la sua squadra del cuore. Ah, cosa non si farebbe per l'attaccamento alla maglia... ma anche per quei cinque minuti di celebrità...
A pensar male, forse, si fa peccato, ma alle volte ci si azzecca. E di veline, letterine, prezzemoline, showgirl e pornostar che si immolano per la causa (qualunque essa sia), rimanendo senza veli, ne è ormai pieno il mondo. Hot Milena non è la prima e, sicuramente, non sarà l'ultima di questa lunga schiera di novelle Giovanna D'Arco che si oppongono alle ingiustizie della vita. Che poi, non per forza devono esserci delle ingiustizie per convincere le eroine dei giorni nostri a spogliarsi. Basti solamente ricordare la modella paraguayana Larissa Riquelme, tifosissima della nazionale del suo paese a tal punto da aver promesso uno strip tease in caso di vittoria del Mondiale da parte della selezione biancorossa. Purtroppo il Paraguay, pur disputando un grandissimo campionato del mondo (tra l'altro pareggiando con l'Italia nella prima partita del gruppo F) e raggiungendo una storica qualificazione ai quarti di finale, non è riuscito ad andare oltre, arrendendosi agli spagnoli futuri campioni del mondo. Chissà la delusione di Larissa e degli altri tifosi. Così, la bella modella, per ringraziare la squadra dei fantastici risultati ottenuti e per alleviare il dolore del popolo paraguayano ha deciso di spogliarsi ugualmente. Vediamola come una sorta di premio di consolazione da parte della generosa fanciulla che, in questi giorni, per distrarsi, è stata avvistata a sollazzarsi al carnevale di Rio in bikini succinti. Sicuramente, una delle vincitrici del modiale sudafricano è stata proprio la Riquelme la cui popolarità è cresciuta a dismisura.
Dunque, perchè non ricalcare le sue orme? Se l'ha fatto Larissa può farlo anche Hot Milena e poi, insomma, si tratta di una giusta causa. Qualcuno dovrà fare qualcosa per mettere fine a questi errori arbitrali che uccidono il calcio. La procace argentina è scesa in campo. In fondo, ognuno ha il proprio modo di protestare. C'è chi fa lo sciopero della fame, chi lo sciopero della sete, ma... scusate... ad uno sciopero degli spogliarelli non ci ha pensato nessuno?

venerdì 11 marzo 2011

Si temono mille morti in Giappone, dopo il sisma allerta nucleare, città e raffinerie in fiamme.

Centinaia di corpi sulle spiagge, 4 treni e una nave scomparsi. Il livello delle radiazioni di mille volte superiore alla norma


Il livello di radiazioni nel reattore uno della centrale giapponese di Fukushima Daichi, danneggiata dal sisma che colpito le coste nordorientali del Paese, è mille volte superiore al normale. Il premier giapponese Naoto Kan ha annunciato lo sgombero di tutti i residenti nel raggio di 10 chilometri dalla centrale. Fino ad ora era stato sgomberato un raggio di circa tre chilometri attorno all'impianto, per un totale di circa seimila persone.

Il bilancio del violentissimo sisma che ha colpito il Giappone provocando uno tsunami alto 10 metri cresce di ora in ora: secondo la polizia nipponica, le vittime - fra morti accertati e dispersi - potrebbero essere oltre mille.

Il sisma, di magnitudo 8.9, seguito da oltre 60 scosse di assestamento, è stato il più forte mai registrato in Giappone. La terra ha tremato tutta la notte a intervalli di pochi minuti, anche con numerosissime scosse che hanno superato i 5 gradi. Interrotti i trasporti in gran parte del Paese, chiuso in parte anche l'aeroporto di Narita, a Tokyo. Le onde provocate dal terremoto sono arrivate fin sulle coste degli Stati Uniti. Alle Hawaii si sono registrate onde alte fino a tre metri.

Da 200 a 300 cadaveri sono stati rinvenuti su una spiaggia di Sendai, la città della prefettura di Miyagi travolta in pieno dall'onda anomala. I media locali hanno riportato notizie apocalittiche: esplosioni nelle fabbriche, quattro treni travolti dalle acque, case di riposo spazzate via. Il sisma ha spostato l'asse di rotazione terrestre di 10 centimetri, secondo i geologi dell'Ingv. La Farnesina è intanto entrata in contatto con 10 dei 28 italiani di cui si erano perse le tracce e che si trovano nelle aree più colpite.

Una diga è crollata nella prefettura di Fukushima e le acque hanno spazzato via decine di abitazioni nelle vicinanze. Nella città di Sendai si è verificata una grande esplosione in un complesso petrolchimico. Due treni e una nave con 100 persone a bordo sono scomparsi. Case e altri edifici sono in fiamme in vaste aree della cittadina di Kesennuma (70mila abitanti).

Oltre 38 Paesi hanno offerto di inviare aiuti. L'Onu ha offerto 30 squadre di soccorso e il Papa ha fatto sapere che le sue preghiere vanno in queste ore alle vittime. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha espresso le proprie condoglianze mentre il premier Silvio Berlusconi ha messo a disposizione "aiuti" e "assistenza" da parte dell'Italia.

Anton Hysen: Il primo calciatore gay che fa outing

Il figlio di Glenn, ex Fiorentina, dichiara la sua omosessualità e ammette che "tutto sarà diverso dopo questa intervista" raccontando anche che "alle volte un club si interessa a me ma poi l'allenatore cambia idea dopo aver scoperto che sono gay"
Anton Hysen, 20enne figlio dell'ex difensore di Fiorentina e Liverpool Glenn, esce allo scoperto e diventa il primo giocatore svedese a confessare la sua omosessualità. Lo fa in un'intervista al magazine "Offside" che uscirà la prossima settimana, riconoscendo che il suo outing potrebbe compromettere la sua carriera.
"So che tutto sarà diverso dopo questa intervista - le parole di Anton Hysen, esterno sinistro dell'Utsiktens BK, squadra di quarta divisione allenata dal padre Glenn -. Esiste gente che non riesce a convivere con gli omosessuali così come esistono razzisti che non riescono ad accettare gli stranieri. Alle volte un club si interessa a me ma poi l'allenatore cambia idea dopo aver scoperto che sono gay. Ma non mi importa, adesso tutti lo sanno e credo che sarà incredibile. Possono dirmi quello che vogliono, potranno solo motivarmi di più".
Anton Hysen, cresciuto in una famiglia di giocatori visto che il nonno Erik giocava nel Goteborg e i fratelli Alexander e Tobias sono anche loro calciatori professionisti, era arrivato a militare nel massimo campionato con l'Hacken ma i troppi infortuni ne hanno compromesso il rendimento ed eccolo ora giocare nella squadra allenata dal padre.
A chi gli chiede se ci siano altri calciatori omosessuali, Hysen junior risponde che è difficile credere il contrario, "sarebbe folle. Dove sono gli altri? Non esiste nessun altro? Finora in Svezia nessuno ha fatto outing, io forse non sarò un top player ma questo non cambia il fatto che sono un giocatore e che sono gay. Se il mio lavoro è giocare a calcio, non fa differenza se mi piacciono gli uomini o le donne".
La famiglia, comunque, è al suo fianco. "Se la reazione sara' positiva, altri giocatori potrebbero fare lo stesso", il commento del fratello Tobias, nazionale svedese e in forza al Goteborg.
Italpress

giovedì 10 marzo 2011

ECCO L'EREDE DI PING PING: È ALTO 56 CENTIMETRI *FOTO

MANILA - Con i suoi 56 centimetri, l'altezza media di un bambino di un anno, è lui l'erede di Ping Ping come uomo più basso del mondo. Junrey Balawing, 17enne filippino, il prossimo 12 giugno compirà 18 anni e si approprierà del titolo da Guinness, scalzando il nepalese Khagendra Thapa Magar, alto 'ben' 67 centimetri, 11 in più di Junrey. Il nuovo Ping Ping vive nel nord delle Filippine, a Zamboanga, con i suoi genitori e 3 fratelli più giovani (ma ovviamente più alti di lui), Jaycel di 13 anni, Jeanritch di 6 e Jay di 11. Concepcion, la madre, intervistata dal Sun, che non poteva perdersi questa storia, ha detto che Junrey "ha sempre bisogno di me e delle mie cure. Non può camminare da solo, e non può restare troppo tempo in piedi, perché prova troppo dolore". 

mercoledì 9 marzo 2011

la CASA VOLANTE tenuta in aria da 300 PALLONCINI. Guarda il video

La Casa 'volante' di 'Up' - il film della Disney Pixar - esiste davvero. Si è alzata in volo a Los Angeles, dove centinaia di palloncini colorati, un team di ingegneri, scienziati e due piloti di mongolfiere hanno reso reale la Casa volante del cartoon. Il video, diffuso dalla National Gepgraphic, mostra una villetta di due piani, svuotata, prendere il volo trainata da trecento palloncini. Il curioso esperimento è diventato anche una prestazione da record: la Casa ha infatti volato per circa 90 minuti e raggiunto la quota di tre chilometri da terra.

martedì 8 marzo 2011

RAPINA DA FILM IN TOSCANA: 10 LADRI RUBANO 100 KG D'ORO ISOLANDO UN PAESE.

AREZZO - Una rapina fatta come su un set cinematografico. Almeno dieci ladri professionisti, dopo aver demolito una parete con un escavatore hanno divelto il 'caveau' di una ditta portando via l'oro e una cassaforte con altro metallo già lavorato e semilavorato. Poi sono scappati. Tutto è avvenuto intorno alle due del mattino Bottino di circa 100 chili d'oro per un valore di 3 milioni di euro. La rapina è stata messo a segno la notte scorsa in un'azienda orafa di Arezzo. Per impedire alle forze dell'ordine di intervenire quando è scattata la sirena dell'allarme, i ladri hanno prima ostruito tutte le vie di accesso al piccolo paese presso cui ha sede la ditta Salp, Poggio Bagnoli (Arezzo). Un'operazione fatta usando cinque veicoli del Comune di Pergine tra cui uno scuolabus, un'auto dei vigli urbani, un'auto dell'ufficio tecnico, due vetture di rappresentanza. Chiusa anche la ex statale 69 che collega Arezzo a Firenze. 

NON TUTTO E' ANDATO BENE Ma non tutte le operazioni sarebbero andate a buon fine: i ladri scappando avrebbero perso dei lingotti trovati dai carabinieri sotto la breccia fatta per arrivare al caveau. La prima auto dell'Arma ha raggiunto il paese in 12 minuti, poi si è dovuta fermare davanti ai veicoli del Comune rubati e messi ad ostruire le strade. Scuolabus e vetture avevano le chiavi rotte nel sistema di accensione, inoltre erano stati danneggiati proprio per non farli spostare facilmente. Non ci sarebbero testimoni fra i pochi abitanti della frazione. Mentre invece, nel capoluogo, a Pergine, distante 5 km, emerge che i ladri hanno prelevato le chiavi dei mezzi da un magazzino e poi si sarebbero diretti all'autorimessa, situata altrove. Anche l'escavatore per assaltare la ditta è stato rubato, da una cava di inerti nei paraggi; i ladri poi hanno modificato sul posto la benna e cambiato l'impianto idraulico per aumentare la potenza di impatto del mezzo speciale sul muro del caveau. «Non abbiamo telecamere, non sono mai servite fino ad ora. Teniamo le chiavi delle auto e i mezzi in due distinti magazzini - commenta il sindaco di Pergine Valdarno, Paola Prisson - Chi ha agito lo ha fatto probabilmente dopo aver osservato per mesi come si muovevano i dipendenti comunali».

E' GIA' SUCCESSO Non è la prima volta che l'azienda viene derubata. Cinque anni fa i ladri si calarono dal tetto portando via oro mentre due anni fa il tentativo fallì per l'intervento della polizia. Ma questo furto allunga la serie che dal giugno del 2010 ad oggi ha portato ad Arezzo e nella provincia - uno dei tre maggiori distretti industriali della produzione orafa con Vicenza e Valenza Po (Alessandria) - a circa una trentina i furti fatti ai danni di altrettante ditte orafe di cui sono stati assaltati i sotterranei blindati dove vengono custoditi l'oro da lavorare e altre materie preziose.

CATANIA: "FLASH BOOK" [parte seconda] un flash mob a PIAZZA UNIVERSITA' il 19 Marzo 2011.

FLASH BOOK DOVE NON SERVE PARLARE PER DIRE
Flash Book è una performance di lettura collettiva volta a stimolare la riflessione sull'importanza della cultura attraverso l'oggetto libro, come simbolo di una irriducibile libertà creativa ed espressiva.
Il Flash Book è semplice. Ci si siede e si legge. In silenzio.
Leggiamo insieme, ciascuno il proprio libro, dove di solito non si legge. La decontestualizzazione rende il luogo lo sfondo, il libro la figura: il libro è il fine, tutto il resto un mezzo. Il libro diventa simbolo di ribellione, è la stessa speranza interpretata da lettori diversi. I manifestanti, ciascuno con la propria protesta, gridano in silenzio la disobbedienza, la rabbia per un mondo che ha paura di stare zitto.

Come forma di protesta il Flash Book è paradossale, perché è una protesta senza contenuti e senza avversari. Ognuno è benvenuto e ognuno porta le sue idee.



Tutti presenti! SABATO19MARZO ore16.30 p.zza Università

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